Il 28 maggio, dopo ben tre anni di restauro a cura del FAI, è stata riaperta al pubblico Villa Necchi Campiglio, un capolavoro dell’architettura razionalista, situata nel pieno centro di Milano (facilmente raggiungibile con i mezzi: MM1 Palestro, percorrete via Serbelloni e arrivate davanti alla proprietà in Via Mozart, 12).
La casa di Via Mozart è stata realizzata tra il 1932 e il 1935 su progetto dell’architetto Piero Portaluppi per volere della famiglia Necchi Campiglio, composta dalle due sorelle Gigina e Nedda Necchi (quelle delle macchine per cucire), e dal marito di quest’ultima, Angelo Campiglio.
La villa si articola in ambienti spaziosi disposti su due piani: la visita guidata si snoda lungo un percorso di circa 45 minuti, comprendente hall, biblioteca, salone, veranda, studio, fumoir, sala da pranzo, primo e secondo office, fuciliera, per il piano terra. Al piano superiore sono situati atrio e galleria, camera da letto e bagno di Angelo Campiglio e Gigina Necchi, camera da letto e bagno di Nedda Necchi, oltre alla camera da letto degli ospiti (detta “camera del principe”, così denominata in onore del Principe Enrico d’Assia, ospite fisso della famiglia nel corso dei frequenti soggiorni a Milano dovuti all’attività di scenografo presso il teatro La Scala), alla Collezione Alighiero ed Emilietta De Micheli (già camera da letto “della principessa”, destinata a Maria Gabriella di Savoia, amica delle sorelle Necchi) e infine al guardaroba.
Oltre alle soluzioni architettoniche, sono estremamente importanti le opere d’arte conservate nei vari ambienti abitativi, che fanno della villa una vera e propria casa-museo: si spazia dalle sculture di Arturo Martini, Marino Marini e Adolfo Wildt, ai dipinti di Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Filippo De Pisis, Felice Casorati e Carlo Carrà – per nominare solo i più celebri tra gli artisti della prima metà del Novecento – fino alle tele di scuola veneziana esposte nella sala dedicata alla suddetta Collezione De Micheli, tra cui spiccano una veduta di Canaletto e un bozzetto di Giambattista Tiepolo.
Non vi tedio con ciò che mi ricordo di ogni ambiente, perché richiederebbe troppo tempo: personalmente ho trovato stupende la biblioteca, la veranda e la sala da pranzo, soprattutto per gli arredi, tutti realizzati in materiali ricercati e preziosi (nella veranda mi ha colpita particolarmente un tavolo in lapislazzuli, oltre alle grate scorrevoli in alpacca; per non parlare del centrotavola in lapislazzuli, agata e corallo che si può ammirare in sala da pranzo). All’interno della villa ogni singolo elemento progettato con la massima cura da Portaluppi – sebbene alcune sale siano dovute all’architetto Buzzi, che applica un gusto evidentemente più decorativo alla Luigi XVI – ci trasmette ancora oggi l’idea della ricchezza della famiglia Necchi Campiglio, ma anche della praticità e del comfort richiesti dalla committenza. Direi che le parole chiave che dovrebbero guidare alla visita sono la funzionalità nell’agiatezza.
Non c’è che dire, per me è un gioiello nel cuore di Milano. Non ho mai visto una cosa simile, per cui consiglio vivamente a tutti la visita. Per gli orari e i costi, tutte le informazioni si trovano facilmente sul sito del FAI (www.fondoambiente.it), oltre ad una bellissima photogallery. Per ringraziarci del volontariato durante le Giornate di Primavera, ci è stata offerta una visita guidata gratuita: normalmente costerebbe 6 € per gli adulti, ma la mia disponibilità a pagare arriverebbe fino a 10 € in questo caso straordinario.
Vorrei infine ricordare che è in programma l’istituzione di una CaseMuseoCard della durata di sei mesi, per ammirare il Museo Poldi Pezzoli, la Casa Bagatti Valsecchi, la Collezione Boschi Di Stefano (merita anche questa; è ad ingresso gratuito; situata in un palazzo anni Trenta progettato da Piero Portaluppi, custodisce capolavori dei futuristi, di De Chirico, Savinio, Fontana e gli spazialisti, Manzoni e tanti altri; via Giorgio Jan, 15, MM1 Lima) e la Villa Necchi Campiglio.
Francesca TROVALUSCI
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