Spinte dalla curiosità di vedere in atto un reale intervento di valorizzazione di un opera d’arte quale “L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci, abbiamo deciso di recarci a Palazzo Reale per vedere di cosa è capace Peter Greenaway, regista gallese visionario e “folle” (suoi “I giardini di Compton House” e “Il ventre dell’architetto”), ora stabilitosi ad Amsterdam.
Greenaway è già un nome noto nel settore artistico (citato anche da Kerbaker ne “Lo stato dell’arte” in merito al tema della mobilità a pag.51. Ciò che Kerbaker auspicava è accaduto realmente!), ma non perché si sia dilettato nella pittura o nella scultura, bensì per le inedite operazioni artistiche che realizza attraverso la tecnologia digitale. I suoi esperimenti li ha già compiuti su “La ronda di notte”, celeberrima opera di Rembrandt situata al Rijksmuseum di Amsterdam: attraverso un sistema di luci e di suoni elaborati in digitale ha dato vita alla scena pittorica seicentesca, regalando l’impressione che i personaggi si muovessero, come al cinema, creando un effetto sorpresa notevole al visitatore.
La stessa operazione l’ha riproposta sul Cenacolo, in occasione del salone del Mobile di Milano, dal 16 Aprile al 4 Maggio; alcune precisazioni però non possono essere tralasciate. Per non smentirci come Paese ossessionato, oseremmo dire, dalla tutela, non è stato permesso a Greenaway di effettuare sull’originale la sua performance se non in una sola occasione l’ultimo giorno, mentre per tutte le altre proiezioni, ciascuna della durata di 20 minuti, si è utilizzata la pressoché perfetta replica del Cenacolo realizzata da Adam Lowe mediante una tecnica di fotografia ad altissima definizione e ora situata a Palazzo Reale. Manlio Armellini, amministratore delegato di Change Performing Arts, la società che ha curato il progetto, ha tenuto a precisare che “se il Ministero dei Beni Culturali teme per le luci, garantiamo che il numero di lux sarà meno di quello normalmente usato per illuminare il capolavoro vinciano”. E Greenaway si è dimostrato entusiasta per la buona riuscita del progetto, dichiarandosi artista sperimentatore, un po’ nello spirito di Leonardo.
Da apprezzare è l’atteggiamento dell’artista che ricorda che non è importante se l’opera sia l’originale o solo una copia, ma quello che conta è partecipare alla vita dell’opera, scoprirne i segreti, le ansie del suo autore e le sorti dei personaggi che la popolano.
L’intervento era stato pianificato come un’ animazione del quadro, si sarebbero dovute sentire voci, chiacchiericcio, rumore di piatti, il tutto incorniciato da delle musiche di Marco Robino, mentre sulla parete opposta venivano proiettate le immagini dei disegni e di altre opere di Leonardo oltre a dettagli del Cenacolo stesso, con evanescenti materializzazioni.
In realtà la presentazione è riuscita in maniera eccellente a suscitare grande attesa e a creare la giusta atmosfera grazie alle splendide voci liriche accompagnate da violini e mescolate agli straordinari effetti delle luci rimbalzanti sulle pareti. La tensione accumulata però non si è potuta scaricare in un momento culminante che noi ci aspettavamo. I personaggi sono rimasti muti e nessuna voce è intervenuta ad accompagnare lo spettatore o a ricreare la sacra vicenda. La ricostruzione in gesso del tavolo commensale ci è parso invece un elemento originale e coinvolgente. Anche se predisporre delle sedie per gli spettatori sarebbe stato, a parer nostro, ancora più congeniale, evitando al pubblico di dover assistere in piedi.
Un altro aspetto che poteva essere meglio curato è quello dei turni d’ingresso alla sala; infatti sono stati consentiti ad un numero eccessivo di persone, non permettendo la visione ottimale della scena, c’era il rischio che un vicino potesse con la propria figura ostacolare la nostra visione.
Il prezzo del biglietto è stato di 6.50 euro a testa comprensivo di prenotazione. La nostra disponibilità a pagare sarebbe stata anche più alta, dato che questo evento ci aveva molto incuriosite.
Si è trattato certo di un’ esperienza completamente nuova, che ci ha lasciato stupite ed emozionate, anche se nel complesso l’animazione si è distaccata un po’ da quello che l’autore stesso aveva pianificato. Di sicuro è stato uno spettacolo imperdibile da ogni punto di vista, anche se con qualche miglioria e accorgimento lo si poteva rendere ancora più speciale.
I prossimi capolavori ai quali Greenaway consentirà di parlare, sembra possano essere Guernica e un quadro di Pollok.
Costanza Costanzo;
Lavinia Costanzo;
Michela De Riso;
Marta Giudici;
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